Roberto Roversi
Roberto Roversi
Roberto Roversi (1923-2012) è stato uno tra i più importanti poeti e scrittori italiani del Novecento. Aveva fondato nel 1955, insieme con Francesco Leonetti e Pier Paolo Pasolini, la rivista Officina, che ben presto catalizzò l’attenzione di alcuni dei più significativi intellettuali della scena letteraria italiana. Chiusa l’esperienza di Officina, Roversi fondò altre due riviste letterarie, Rendiconti e Il cerchio di gesso, senza mai tuttavia abbandonare la sua attività di libraio, gestendo la libreria antiquaria Palmaverde di Bologna che divenne nel tempo un vero e proprio laboratorio culturale nonchè casa editrice al di fuori del circuito editoriale ufficiale. Nel 1973 avviene l’incontro con Lucio Dalla, dal quale scaturirono tre album capolavoro: Il giorno aveva cinque teste (1973), Anidride solforosa (1975) e Automobili (1976), che segnò anche il punto finale della loro collaborazione. Le ragioni della rottura di quell’impagabile comunanza artistica risiedevano nel rifiuto di Roversi a piegarsi al diktat della dirigenza della RCA Italiana che pretendeva che dalla versione su disco (il futuro album Automobili) dello spettacolo Il futuro dell’automobile e altre storie (che Dalla aveva anche registrato per la RAI) fossero espunte delle canzoni con testi di taglio troppo politico. In quell’occasione Roversi si rifutò anche di firmare le canzoni in prima persona: sulla copertina di Automobili non c’erano indicazioni sull’autore dei testi, mentre sull’etichetta del disco erano firmati da Norisso, uno pseudonimo usato da Roversi che rimandava a un aristocratico veneto del Settecento. La collaborazione riprese soltanto quando Dalla incise nel 1988, per il suo disco in duo con Gianni Morandi, Il duemila, un gatto e il re (su testo di Roversi) e poi con una canzone per il suo album Cambio del 1990, Comunista, che i due avevano scritto in precedenza dandole un altro titolo (Ho cambiato la faccia di un Dio) e che era rimasta esclusa dall’album Automobili. L’influenza che Roversi ha avuto su Lucio Dalla (al netto anche delle feroci incomprensioni che intercorsero tra e due) ha avuto un ruolo fondamentale nello spingere Dalla a firmare poi in prima persona le sue canzoni, e la vigorosa delicatezza che il linguaggio di Roversi trasmetteva si adattò poi magnificamente ai suoi esuberanti e travolgenti virtuosismi canori. L’esperienza con Dalla aprì a sua volta a Roversi le porte del mondo della canzone, e così si trovò a scrivere anche per altri artisti, a cominciare dagli Stadio (il gruppo di musicisti che di solito accompagnava Dalla nelle tournée), ai quali consegnò il testo di una delle loro più riuscite canzoni, Chiedi chi erano i Beatles, proseguendo poi nel corso degli anni a firmare per loro. Poi vennero i testi per composizioni di Claudio Lolli, Paola Turci, un intero album per il gruppo Maxophone e infine anche per Mina, con 20 parole del 2005.