Un Disco per l’Estate 1971

Un disco per l'Estate 1971

Un Disco per l’Estate, a differenza del Cantagiro, non sembrava dare segni di cedimento sia da parte del pubblico, sia da parte della RAI (parte in causa nella ideazione e nella gestione della manifestazione) e sia da parte delle case discografiche, che iscrissero ben 56 canzoni alla edizione del 1971, più di metà delle quali sarebbero state eliminate prima di entrare tra le 24 della fase finale del concorso radiofonico, che come al solito di svolgeva a Saint Vincent in Valle d’Aosta. I presentatori furono Mike Bongiorno e Gabriella Farinon, che dal 10 al 12 giugno del 1971 (affiancati di volta in volta da numerosi ospiti come Raffaella Carrà, Paolo Villaggio, le Gemelle Kessler, Renzo Arbore e Gianni Boncompagni) guidarono le canzoni alla fase finale, che vide premiata con la vittoria Era il tempo delle more di Mino Reitano, seguita a ruota da Sempre… sempre di Peppino Gagliardi e La riva bianca, la riva nera di Iva Zanicchi. Buon successo ricossero i gruppi, ben tre in finale (Nuova Equipe 84, Nomadi e Nuovi Angeli) ai quali si erano affiancati ai nastri di partenza i Califfi, i New Trolls, gli Alunni del Sole, gli Alluminogeni, i Jet, i Leoni e i Ragazzi della via Gluck, mentre nell’ambito della canzone d’autore non venne premiato Piero Ciampi (che non raggiunse la fase finale e si classificò all’ultimo posto nelle eliminatorie). Ma c’era il contributo non dichiarato di Fabrizio De André nella canzone di Michele, Susan dei marinai, mentre Lucio Dalla, con Paola Pallottino, aveva scritto Il gigante e la bambina presentata da un giovanissimo Ron, che allora si faceva chiamare soltanto col suo nome di battesimo, Rosalino. Un giovane e non ancora famoso Claudio Baglioni firmava Se… caso mai presentata da Rita Pavone, mentre decisamente curioso fu il destino di Ho perso il conto interpretata da Rossano, perché pochi mesi dopo Roberto Vecchioni, che ne aveva scritto il testo, cambiò le parole della canzone che, con il nuovo titolo di Luci a San Siro,  si avviò a diventare uno dei classici della produzione del cantautore milanese.

 

 

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