Pubblicato il
28-06-2023

Festival e promozione turistica degli anni cinquanta

Festival e promozione turistica degli anni cinquanta

Sanremo e Napoli, constatato il favore popolare che son in grado di raccogliere, producono immediatamente cloni. Dalla metà degli anni cinquanta letteralmente esplode la febbre per i festival, che si moltiplicano, su iniziativa di imprenditori e amministrazioni locali alla ricerca di visibilità e di occasioni di promozione, non solo turistica, oppure di intraprendenti impresari, specializzati nell’organizzazione di concorsi e manifestazioni: a Sanremo e Napoli si aggiungono, nei primi tempi con velleità di giungere a pari risultati, Ancona, Velletri, Viareggio, Venezia, Como, Messina, Montecatini, Livorno, Sandrigo, Grado, Pesaro, Palermo, Lucca e moltissimi altri. La maggior parte ricalca semplicemente la formula sanremese; altri ne costituiscono una variante; ce ne sono alcuni dedicati alla canzone dialettale, altri alla canzone straniera, altri ancora sono ibridi come il Festival di Grado, in cui sono in gara canzoni in lingua italiana, in tedesco e in dialetto gradese; i più sono nazionali, ma non mancano quelli, come Venezia, internazionali. Il Festival di Ancona segue di un solo anno quello di Sanremo. Nato nel 1952. tradizionalmente collocato nel mese di luglio, ha la caratteristica di abbinare alla gara canora uno spettacolo, cioè l’esibizione del meglio del repertorio dei cantanti partecipanti, in genere quattro, e di affidare la sintesi dei motivi in gara a Mario Barigazzt, che, insieme a Gorni Kramer e Wolmer Beltrami, è tra i massimi fisarmonicisti italiani: nelle Marche, del resto, è concentrata la produzione nazionale di fisarmoniche. L’edizione più sensazionale è quella del 1958, che vede la partecipazione di Domenico Modugno e di Antonio De Marco, in causa con lo stesso Modugno che ha accusato di plagio per Nel blu dipinto di blu (…)

Fin dalla sua prima edizione, alla fine del febbraio 1953, quello di Velletri, nato per individuare “la migliore canzone del Carnevale” dunque con una connotazione locale  un carattere decisamente paesano, assurge ai piani alti delle cronache più per luce propria in virtù della fama di Sanremo: è in effetti definito il “controfestival”, perché vi trovano un’occasione di rivincita i motivi scartati a Sanremo (…) I pezzi sono eseguiti da due orchestre, quella di Nello Segurini per il genere melodico, e quella di Carlo Savina per il genere ritmico (…)

Il Festival del “Burlamacco d’oro”, nacque a Viareggio nel 1958 su iniziativa del giornalista e musicista Aldo Valleroni, già fautore nel 1947, insieme all’editore musicale romano Silvio Da Rovere, all’impresario Sergio Bernardini e al direttore di Radio Firenze Aldo Angelini, di un Festival della canzone italiana poco fortunato, abbandonato dopo due edizioni. poco prima dell’exploit di Sanremo, per l’indifferenza degli enti locali. Solo nell’ambito del carnevale viareggino Valleroni può proporre questa nuova kermesse, proseguita per sette edizioni fino al 1964 e destinata però a una scarsa eco – nonostante la Versilia sia divenuta in quegli anni un luogo nevralgico per la concentrazione di locali tanto da non contemplare una manifestazione canora estiva – forse perché avviene a ridosso di quella sanremese e molti dei motivi proposti sono proprio quelli scartati a Sanremo (…) Scopo della manifestazione è soprattutto di scoprire e sostenere cantanti in erba e giovani autori, come effettivamente accade per Nicola Arigliano, Jimmy Fontana, Edoardo Vianello, Enrico Polito (…)

Un festival particolare è quello che si svolge a Grado la prima volta nel giugno 195. In gara si presentano canzoni italiane, tedesche e in dialetto gradese, eseguite dall’orchestra di William Galassini (…). A Grado si esibiscono Achille Togliani, Marisa Del Frate, Fiorella Bini (…). La rassegna mette a confronto Italia, Germania, Austria e Svizzera, ma è sui pezzi italiani che si concentra l’interesse generale. Per quanto concerne invece i festival dedicati esclusivamente alla canzone in dialetto, nel 1957 si contano quelli di Genova, Vasto, Taranto, Catania, Torino, Firenze, Molfetta, Trieste e Milano, a cui nel 1959 si aggiunge quello di Sandrigo per la canzone veneta e nel 1961 quello di Pradamano dedicato alla tradizione di canti popolari friulani. Il Festival della canzone milanese è ideato nel 1956 dalla Famiglia Meneghina: concorrono ben 190 composizioni, selezionate da una giuria presieduta da Giulio Confalonieri e “formata di molti bei nomi della letteratura, del giornalismo, della canzone, dell’industria e della… tradizione milanese”; la finale al Piccolo Teatro il 25 giugno incorona Mia Milan; la seconda edizione. che si tiene nel 1958, è allestita dall’impresario del Teatro Nuovo Remigio Paone con la consulenza artistica di Giovanni D’Anzi.

Il Festival di Vasto, organizzato per la prima volta nel 1955 dall’Azienda di soggiorno locale, è invece dedicato alla canzone abruzzese, quello di Catania alla canzone siciliana, mentre quello di Genova nasce proprio per rivalutare una tradizione canora ormai quasi estinta.

Estratto da: Irene Piazzoni, La musica leggera in Italia, L’Ornitorinco, Mi, 2011, pp.191-198.