Pubblicato il
28-06-2023

Insieme

Battisti aveva fatto sentire a Mina sia Fiori rosa, fiori di pesco che Insieme e Mina si era innamorata di Fiori rosa, la voleva incidere lei, ma Lucio alla fine decise invece di tenerla per sè e di cedere a Mina Insieme.
Insieme

Mogol-Lucio Battisti) – Mina – 1970

Mariano Detto: «Battisti aveva fatto sentire a Mina sia Fiori rosa, fiori di pesco che Insieme e Mina si era innamorata di Fiori rosa, la voleva incidere lei, ma Lucio alla fine decise invece di tenerla per sè e di cedere a Mina Insieme. Battisti mi chiese di scrivere l’arrangiamento e quando fui pronto andammo in sala, alla Fonit Cetra di via Meda, io e Lucio a realizzare la base, e lavorammo insieme, come se fosse stato un pezzo suo, ascoltando i suoi suggerimenti e decidendo insieme le cose che volevamo fare. Lucio suonò il pianoforte, in tutta quella lunga sezione della prima strofa dove ci sono soltanto pianoforte e voce, ed io scrissi quella parte di basso molto articolata che va in contrappunto con la voce. Con il coro cercammo di usare il registro centrale delle voci, senza andare troppo in alto sull’ottava, e poi Battisti ebbe l’idea di rientrare sulla melodia, dopo il primo inciso, non con l’accordo normale, RE in questo caso, ma con un semitono sopra, con un accordo di MI bemolle. Ricordo che mi disse: “Senti Mariano, io potrei a questo punto ripartire da capo, però avevo pensato di fare una cosa diversa, metterci questo accordo che nessuno si aspetta in questo momento e poi ripartire in RE come dall’inizio”. Era una bella trovata, che dava un effetto di sospensione molto efficace. Alla fine eravamo molto soddisfatti di come era venuto il  lavoro, così chiamammo Mina per l’incisione del canto, proprio nel giorno del suo trentesimo compleanno, il 25 Marzo del 1970.

Mina sente il pezzo, ci guarda tutti e due, e poi dice: “Non mi piace per niente”. Io rimasi ammutolito, mentre Lucio riprendendosi subito le fa: “Mina, ma l’abbiamo fatto con tanto amore, prova almeno a cantarlo” E lei: “Va bene, se l’avete fatto con tanto amore allora lo vado a cantare”. Lo canta, Lucio ed io ci guardiamo in faccia e le diciamo: “A noi sembra perfetta, potremmo anche tenere tenere questa”. E lei rispose, usando un linguaggio piuttosto colorito: “Ma neanche per sogno! Non mi piace, adesso la ricanto, però l’arrangiamento comincia a convincermi”. Insomma, ritornò in regia, riascoltò il pezzo e poi lo rifece altre due o tre volte, credo, e ogni volta sembrava che lo cantasse sempre meglio. Io non saprei dire quale fu la versione migliore, ci guardavamo io e Lucio senza sapere bene cosa fare. A quel punto era diventata una questione sua personale, probabilmente lei andava a ricercare con la sua sensibilità un tipo di interpretazione ideale che aveva in mente. Non mi ricordo bene se tenemmo tutte le versioni, perchè avevamo riempito diverse piste con la base e non ne erano rimaste molte altre libere, o se lo ha cantato addirittura tre volte sulla stessa pista, eliminando cioè le versioni precedenti. Alla fine il pezzo le piaceva molto e anche sull’arrangiamento aveva cambiato completamente idea. E fu così che registrammo Insieme ».

 

Estratto da: Ceri, Luciano, Pensieri e parole. Lucio Battisti. Una discografia commentata, Roma, Coniglio editore, 2008, pp. 136-137