Pubblicato il
28-06-2023

La dolce vita, fra locali notturni e bel mondo

La dolce vita, fra locali notturni e bel mondo
A Roma era soprattutto Cinecittà a dettar legge e i night erano divenuti il luogo d’incontro di attori, registi, cantanti e più in generale del popolo abbiente. Spesso la clientela era straniera e sceglieva locali quali il Brick Top, un club di proprietà di Ada Smith (1894-1984), più nota in Europa e negli Usa come Bricktop, per via dei capelli color mattone (brick, appunto). Era nata ad Alderson, West Virginia, nel 18954. Si ea trasferita nel 1924 a Parigi dedicandosi al mondo dei night club. Era stata lei a lanciare nella capitale francese la moda del charleston […] Joséphine Baker era tra le sue amiche più care […] Insieme si sarebbero ritrovate a Roma, dove negli anni Cinquanta Ada Smith aveva aperto il suo ennesimo Brick Top, al numero 155 di via Veneto. Proprio in quel locale, nella notte tra il 15 e il 16 agosto 1958, un gruppo d fotografi aveva seguito Ava Gardner e Anthony Franciosa che si apprestavano a entrare nel club da quell’“incontro” scaturì una delle prime, vivaci colluttazioni della Dolce Vita. All’interno del Brick top si materializzavano ogni sera le più esotiche fantasie americane, un mondo di gangster e jazz men oscuri, morbosi. Era un’atmosfera che evocava “uomini duri” e romanzi idi Mickey Spillane […] Negli anni tanti nomi illustri si sono seduti ai tavoli del night club, tra questi anche Frank Sinatra, che era solito lasciare manca da capogiro arrivando fino a cento, duecento dollari […]
Anche il pianista Stelvio Cipriani – autore, tra l’altro della colonna sonora del film Anonimo veneziano e uno dei primi musicisti da piano bar italiano – frequentava da ragazzo il locale affascinato dall’abilità di Charlie Beal, il noto pianista afro-americano. Discepolo di Dave Brubeck, Cipriani si era a lungo esibito sulle navi da crociera, in particolare sulla Homerick ce da <new York giungeva fino ai Caraibi […]
Con Cipriani, e ancor prima con il cantante e pianista Mario Perrone, nasceva anche nel nostro paese il fenomeno del piano bar, le cui musiche innerveranno la Cocktail Music nostrana. Il primo piano bar italiano era stato inaugurato a Roma all’inizio degli anni Cinquanta al pianterreno dell’Hostaria dell’Orso, a via di Monte Brianzo. Si chiamava Blue Bar e ospitava Mario Perrone, indiscutibilmente il primo pianista e cantante del genere […] Alle Grotte del Piccione, al Kit Kat, al Club 84 e in tanti altri club italiani, Perrone avrebbe travolto il pubblico con una miscela esplosiva e indimenticabile di twist, cha cha cha, bossa nova e hully gully.
Il Club 84 è stato uno dei locali più rinomati della Dolce Vita. Era stato inaugurato nel 1957, anno in cui Oliviero Comparini, noto semplicemente come Oliviero aveva rilevato da Tombolini il Victor Bar […]. Da Fred Bongusto a Bruno Martino, da Peppino Di Capri ad Armandino tanto sono gli artisti che si sono esibiti sulla piccola pedana del locale. Il pubblico era affascinato dalla chitarra di Armandino, e dalla sua efficace alternanza di canzoni napoletane e ritmi latino-americani. Dal 1943 al 1944 il chitarrista aveva suonato con l’orchestra di Marino Marini, altro indiscusso re del night italiano, esibendosi in locali frequentati soprattutto dai militari americani. Poi si era unito al complesso d Van Wood e nel 1953 aveva formato una piccola orchestra. Negli anni Cinquanta e Sessanta divenne un nome di riferimento delle notti romane; si esibiva in locali quali il Pipistrello, il Capriccio, la Rupe Tarpea, la Casina Valadier e la Casina delle rose.
Chi amava tirare tardi fino all’alba sceglieva, invece, il Kit Kat, un night romano alla fine di via Emilia appositamente soprannominato “il club dell’ultima spiaggia”. Era, infatti, l’ultimo ad aprire e anche l’ultimo a chiudere; in genere i clienti giungevano alle 23.00 e non si allontanavano mai prima delle 6.00 […] Vi suonavano orchestre come I Flippers di Massimo Catalano, Franco Bracardi e Fabrizio Zampa […] 
Alle Grotte del Piccione, il noto locale di via della Vite a Roma era, invece, di scena Don Marino Barreto jr […] uno dei maggiori cantanti confidenziali del dopoguerra, caratterizzato da quel filo di voce, spesso rota dalla raucedine, con cui interpretava classici come Arrivederci o Angeli negri. Il suo nome si legherà anche a quello di Mina, che nell’estate del 1958 avrebbe debuttato con la canzoni Un’anima pura proprio in coda a una esibizione di Don Marino Barreto jr alla Bussola di Marina di Pietrasanta
Estratto da Francesco Adinolfi, Mondo exotica. Suoni, visioni e manie della Generazione Cocktail, Einaudi: To, 2000. pp.413-19