Pubblicato il
29-06-2023

Mamma

Mamma

(Cesare A. Bixio – Bixio Cherubini) – Beniamino Gigli 1941

Anche Mamma nasce con un film. Malgrado i precedenti rapporti professionali con Gigli, prima di ricorrere a Bixio, la produzione della Itala Film aveva commissionato la musica a Pietro Mascagni, il quale scrisse un’articolata sinfonia, che però non riusciva a convincere, tanto che si cominciò a pensare a una canzone. Con le parole di Cherubini, Bixio compose Mamma di getto. Solo pochi giorni dopo essere stato convocato, andò alla Itala Film per far ascoltare il brano al pianoforte accennandolo con la voce. Ci fu molta esitazione. I presenti cercavano di orientarsi tra loro per capire come si poteva presentare al tenore un brano simile: Gigli aveva approvato il soggetto del film, ma si riservava di accettare la parte volendo prima il componimento musicale. Bixio propose di andare di persona dal cantante lirico che all’epoca era impegnato alla Scala. Nell’hotel avvenne l’audizione, il tenore lo accolse con l’incertezza dipinta sul volto, ma alla fine dell’esecuzione era entusiasta. Da allora eseguì Mamma migliaia di volte. Lo stesso Gigli si occupò di spiegare a Mascagni di avere preferito Mamma, e il maestro fortunatamente non se la prese (…). Si cercava la canzone confezionata con i requisiti propri al varietà e alla rivista: breve, facilmente memorizzabile, cantabile soprattutto, affinché lo spettatore, uscito dal cinema, se ne ricordasse. Quindi pronta ad essere incisa su di un disco, diffusa per radio, ballata nelle sale da ballo, e pertanto rivenduta sottoforma di spartiti e testo. Se il brano veniva interpretato da un cantante-attore di successo, il film si garantiva da una parte ottime probabilità di pubblico (perché era lo stesso che andava all’opera e amava i tenori), e la produzione, nel caso avesse mantenuto i diritti sull’edizione musicale, recuperava capitali con la nuova immissione sul mercato della canzone

Estratto da: Mamma. Alle origini di uno stereotipo italiano – di Carlo e Franco Bixio, con Sabina Ambrogi, Donzelli, Roma 2007, pp. 86-87