Pubblicato il
29-06-2023

Mogol e Bob Dylan

Mogol e Bob Dylan

Io traducevo i testi di Dylan. Avevo un contratto per il quale Dylan prevedeva di accettare o meno le mie versioni. Lui ci teneva molto a quello che facevo, per cui le legeva tutte: io avevo cominciato con Blowin in the wind, e mandava ogni volta un telegramma di accettazione all’editore. Poi il suo discorso divenne più sfumato, meno comprensibile e cercavo nelle traduzioni di metterci qualcosa di mio: in una canzone dove c’erano delle parole incomprensibili io feci una traduzione dove cambiai completamente il testo. Ricevetti un telegramma che mi imponeva di rifare il testo; io mi rifiutai; allora l’editore parlò con Dylan per designare un nuovo traduttore, e Dylan rispose che voleva solo me; allora fui invitato a Londra per avere un colloquio con Dylan. Ci fu un approccio molto strano: mi lasciò in anticamera per venti minuti, mentre schitarrava in un’altra stanza.

A un certo punto io dissi che me ne tornavo in Italia e che me lo salutassero tanto, e subito lui mi ricevette: “Io so come scrivi, io so chi sei, e quindi sono sempre stato molto gratificato dal fatto che tu facessi le mie versioni, però io sono Dylan e tu sei Mogol, tu devi dire quello che dico io”. E io risposi che pur essendo perfettamente d’accordo sui doveri di un traduttore, un autore non poteva scrivere delle cose in cui non credeva, per cui ritenendomi un autore non potevo mettermi al servizio di un’altra moda. Al che lui ebbe un bellissimo gesto, si alzò, prese la canzone che era un po’ il pomo della discordia tra me e lui, e la stracciò sotto i miei occhi. «Lasciamo perdere, questo, Giulio», disse «Forget it for Italy, la buttiamo via». Questo fu un modo garbato per esprimermi la voglia di continuare quella collaborazione. Quando poi gli chiesi che significato avesse quella canzone controversa, lui rispose che non sapeva da un po’ di tempo il significato più profondo delle sue canzoni, al momento di rileggerle: probabilmente era un po’ fumato. Da quel momento non accettai più versioni.

Estratto da: Bernieri, Claudio, Non sparate sul cantautore, 2 voll., Milano, Mazzotta, 1978, vol.1, p. 64