Pubblicato il
29-06-2023

O mia bѐla Madonina

O mia bѐla Madonina

(D’Anzi) 1935

Passa gran parte dell’estate del 1935 e D’Anzi non ha ancora trovato l’idea giusta come alternativa alla “Piedigrotta”, la “carrellata” di canzoni napoletane che chiudeva gli spettacoli del Trianon. Fino a una sera di metà agosto.

“Linda Pini, una famosa star del cinema che non disdegnava di interpretare una canzone, era la vedette dello spettacolo e mia carissima amica. Tutte le sere, prima di scendere al night, davo un’occhiata allo spettacolo e pensavo: ma guarda questi qui, cantano le bellezze di Napoli e Roma, ma per fare qualche soldo devono venire a Milano!” Così D’Anzi racconta le prime idee della sua canzone più famosa. Il giorno dopo ne parla con gli amici passeggiando in Galleria, prima di salire in ufficio. C’è chi sorride ma è d’accordo, chi è perplesso perché l’ironia è troppo forte e chi, come il maestro, è convinto che sia la strada giusta. Passano due mesi e a ottobre la canzone comincia a prendere forma, è la prima volta che D’Anzi scrive le parole. Bracchi, amico e paroliere, non se la prende: è ansioso di vedere il risultato di questo strano “scherzo”:

“E una sera, per divertirmi, dico alla Linda Pini: senti, se domani ti porto una canzone in cui si prende un po’ in giro Napoli e Roma, tu me la canti? Così, sai, per vedere le loro facce…! E la Pini, che era mezza matta come me, accettò. Quella notte, in tre ore, per fare uno scherzo ai napoletani feci tutto. Portai parole e musica alla Linda e lei, due sere dopo, alla fine dello spettacolo, annunciò una novità, la mia canzone Madonina”.

D’Anzi, nella penombra della sala, ascolta più incuriosito che timoroso. Al termine del pezzo, parte qualche timido applauso, per lo più di apprezzamento all’indirizzo della Pini. Poi il battimani sempre più forte. Il maestro è contento, ha capito che lo spirito della canzone è stato compreso e il pezzo li ha conquistati tutti, quasi fosse un ponte fra il Nord e il Sud d’Italia.

Come per quasi tutti i brani che ha composto, non ci ha pensato troppo su. Chi era con lui dice che ci ha messo poco più di quarto d’ora (…)

Madonina, in quegli anni, non è mai stata inserita nella programmazione radiofonica, eppure, di bocca in bocca, ha iniziato a fare il giro della città e poi dell’Italia intera (…). La si sentiva cantare in milanese con accento napoletano, fischiettare dagli operai in bicicletta e chiudere la “Piedigrotta” del Trianon. E’ il 21 ottobre 1935. Da quel momento, con il deposito del brano presso la S.I.A.E., la canzone entra a far parte del panorama della musica leggera italiana. Anzitutto con D’Anzi, che la eseguirà in prima persona, poi con tutti gli interpreti che l’hanno cantata e la cantano ancora oggi, noi compresi che la intoniamo a mezza voce ai concerti delle bande o alle feste

Estratto da: O mia bela Madonina. Storia dell’inno di Milano e del suo cantore Giovanni D’Anzi – di Giancarla Moscatelli, Edizioni Curci, Mi, 2017, pp. 85-86.