Raffaella Top Ten

Raffaella Top Ten

Cantante, ballerina, attrice e conduttrice televisiva, Raffaella Carrà (1943-2021) è stata una figura centrale dell’entertainment per oltre mezzo secolo. La sua recente scomparsa ci sprona a omaggiare colei che definire soubrette appare limitativo. Hanno scritto di lei che ha anticipato di quarant’anni Lady Gaga e perfino Madonna ha reinterpretato un suo famoso ballo. Raffaella ha precorso i tempi senza sbandierarlo, offrendo un esempio di talento, professionalità e modestia. In questa playlist sono inclusi tutti i brani giunti nelle prime dieci posizioni in classifica in un arco di tempo che va dal 1970 al 2011. Spesso, trattandosi di sigle di programmi del sabato sera – firmate da autorità della tv pubblica tra cui Boncompagni, Magalli, Malgioglio e Bracardi - sembrano evocare quell’euforia da baracconi che intende attirare l’attenzione del pubblico - “venite gente, andiamo a presentare”. C’è qualcosa di felliniano in queste musiche: la fanfara, i battimani, il coinvolgimento di quel pubblico che l’ha consacrata diva vedendo in lei l’amica della porta accanto. Debutta con Ma che musica maestro, in Canzonissima 1970, seconda nella hit parade. L’anno dopo replica con Chissà se va nell’edizione che lanciò il famigerato Tuca tuca, il ballo di culto sdoganato – per le sue ardite movenze – da Alberto Sordi, e Maga maghella, canzone per bambini a cui lo show dedicava uno spazio apposito. Felicità ta ta chiude l’era di Canzonissima e, sempre nel 1974, Rumore inaugura la disco-music all’italiana: il brano, su testo di Andrea Lo Vecchio, vende 10 milioni di copie, inciso anche in inglese, spagnolo e francese. Sarà superato nel 1978 da A far l’amore comincia tu, che nella versione inglese (Do It, Do It Again) entra nelle classifiche britanniche: evento rarissimo e prima volta per un’artista italiana. Ma la sua seconda casa è là dove si parla spagnolo: grazie alla popolarità ottenuta come conduttrice televisiva, Raffaella diventa presto una star nel mondo iberico del quale alcune sue canzoni assorbono lo spirito. Ne sono testimonianza Fiesta, del 1977 (qui in versione spagnola) e Pedro (1980), rispettivamente al secondo e quinto posto delle classifiche di vendita. Tanti auguri, sigla di Ma che sera (1978) è diventato un classico della canzone italiana oltre che inno della comunità gay della quale Raffaella diventò inconsapevole icona. Al numero uno finiscono anche E salutala per me (1979) e Ballo ballo (1982), che segna il ritorno a Fantastico dopo quattro anni di permanenza all’estero, mentre al numero due si piazza Mi spendo tutto (1982), sigla di Millemilioni. I successi proseguono fino al 1990 poi, dopo un’assenza di vent’anni, Raffaella torna in classifica grazie al remix che il deejay francese Bob Sinclair fa di Fare l’amore (2011), ovvero A far l’amore comincia tu, inclusa da Paolo Sorrentino nella scena iniziale del pluripremiato La grande bellezza. Con 60 milioni di dischi venduti nel mondo la Carrà figura fra i primi dieci artisti italiani di sempre e quarta fra le donne dopo Mina, Patty Pravo e Laura Pausini.

 

 

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