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Woodstock in Italy

Nel cinquantenario di Woodstock (15-17 agosto 1969), proponiamo un excursus nei festival nostrani, che cominciarono a spuntare come funghi subito dopo l’evento che ribattezzò la generazione hippy. Il vento della controcultura soffiò anche da noi producendo musica di ottimo livello, per quanto chiaramente modellata sugli esempi d’Oltreoceano e Oltremanica. E’ dunque un’occasione per riascoltare gruppi che hanno inventato il rock italiano e scoprirne altri malauguratamente scomparsi dalla scena ma che hanno lasciato un segno importante. Fra i primi, la Premiata Forneria Marconi, gli Area, i Delirium di Ivano Fossati e gli Stormy Six, assai noti anche all’estero nei circuiti alternativi. Fra i secondi, i genovesi Osage Tribe (il loro singolo fu la sigla di Chissà chi lo sa, il programma per ragazzi condotto da Febo Conti) e Nuova Idea (entrambi centrati sul chitarrista Marco Zoccheddu), i piemontesi Circus 2000 (con Silvana Aliotta, la Grace Slick italiana), i napoletani Osanna (pionieri di un rock teatrale fra Genesis prima maniera e commedia dell’arte), gli Alusa Fallax da Novara (incisero un solo album) e i romani Quella vecchia locanda (applauditissimi al Festival di Villa Pamphili del 1972 per l’assolo di violino contenuto nel brano qui incluso) e Il Rovescio della Medaglia, molti dei quali ebbero il loro battesimo al Festival della Musica d’Avanguardia e delle Nuove Tendenze organizzato a Viareggio nel 1971 e poi spostato a Roma l’anno seguente. Fra le curiosità, il brano di una giovanissima Mia Martini che fu premiata a Viareggio insieme a PFM e Osanna. 

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