Pubblicato il
28-06-2023

Sanremo – Gli anni cinquanta

Sanremo – Gli anni cinquanta

Il Festival della Canzone Italiana debutta il 29 gennaio del 1951 al Salone delle Feste del Casinò di Sanremo sotto la guida del maestro Cinico Angelini. Le canzoni in gara sono venti, proposte da tre soli cantanti: Nilla Pizzi, vincitrice con Grazie dei fiori, Achille Togliani e il Duo Fasano. Gli italiani lo seguono grazie alla radio, che ha promosso l’evento.

Il 1952 è l’anno dell’irredentismo triestino e il sentimento patriottico rimbalza nel testo della vincitrice Vola colomba (Nilla Pizzi), mentre Papaveri e papere, seconda, venderà oltre un milione di dischi.

Nel 1953 arrivano le nuove leve: Giorgio Consolini, Teddy Reno, Katina Ranieri. Vince Viale d’autunno con le debuttanti Carla Boni e Flo Sandon’s.

Nel 1954 il festival si trasferisce in televisione, che inaugura le trasmissioni poche settimane prima. L’edizione di quell’anno esalta il melodramma: trionfa Tutte le mamme (Consolini e Latilla), terza E la barca tornò sola, sopravvissuta nell’impietosa parodia di Renato Carosone. Resteranno in memoria anche Canzone da due soldi, Aveva un bavero e Mogliettina.

Nel 1955 la vittoria arride a Claudio Villa con Buongiorno tristezza.

L’edizione 1956 è all’insegna del cambiamento: i concorrenti sono i vincitori di un concorso Rai per voci e volti nuovi. Vince Franca Raimondi con Aprite le finestre.

Nel 1957 si torna sulla vecchia strada e Villa bissa il successo con Corde della mia chitarra. Tra le canzoni fortunate anche Casetta in Canadà e Il pericolo numero uno.

Poi l’anno della svolta, il 1958: sboccia il talento indisciplinato di Modugno con Nel blu dipinto di blu. Venderà 22 milioni di copie nel mondo svettando persino nelle classifiche Usa. Una vittoria non facile, insidiata fino all’ultimo dalla Pizzi con L’edera: non un semplice scontro fra canzoni, ma fra due modi di fare spettacolo. La canzone italiana esce da un clima provinciale e si rivolge al mondo intero.

Nel 1959 Modugno fa il bis con Piove, ulteriore preludio a quel vento nuovo che soffierà ancora più forte nella seconda decade del Festival, gli anni ’60.