Anni ruggenti playlist
Non è un caso se il decennio più tumultuoso e innovativo del Novecento è passato alla storia come “l’età del Jazz”: quella musica ne ha sintetizzato lo spirito ribelle.
Veicolati da grammofoni e fonografi, i ritmi americani venivano piano piano soppiantando le vecchie danze europee accompagnando, la voglia di cambiamento percepita in ogni settore della società.
Ma da noi quegli anni furono un po’ meno ruggenti e spensierati, complice una situazione economica disastrosa – conseguenza della guerra – e un’inquietudine diffusa che favorì l’ascesa del fascismo.
Le canzoni di questa raccolta colgono le molte facce dell’Italia di cent’anni fa: dall’attrazione per l’esotico (Creola) e i suoi sottintesi sessuali (Il tango delle capinere) al glamour ostentato di una classe in declino (Addio tabarin, Come una coppa di champagne), dalle tragedie del lavoro (Miniera, Rotaie – entrambe firmate da Bixio e Cherubini) alla canzone dialettale (L’eco der core, Firenze, Nannì) che in quegli anni vive una delle sue stagioni più fortunate.
E’ grazie a queste contrapposizioni – ritmi americani (tango, foxtrot) vs stornellate regionali; slanci modernisti vs ballate dolenti e nostalgiche – che la canzone italiana diventerà adulta, negli anni in cui è soprattutto la radio a farla conoscere.
Non tutte le incisioni che si ascoltano risalgono degli anni Venti (alcune provengono dal decennio successivo) ma tutte le canzoni sono un prodotto di quel decennio in cui si viene plasmando il primo repertorio nazionale.
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